Incentivi riscritti: il nuovo Codice punta su selettività e controlli
Italia Oggi – 21 novembre 2025 – Bruno Pagamici
Il governo ha approvato il decreto legislativo che introduce per la prima volta il Codice degli incentivi, una riforma organica che mira a superare la logica degli aiuti “a pioggia” e a concentrare le risorse su interventi più mirati, valutati e monitorati. Al centro del nuovo sistema c’è una programmazione triennale e la supervisione del Tavolo permanente degli incentivi, istituito presso il Mimit, incaricato di coordinare strategie, risorse e coerenza tra le diverse politiche industriali nazionali e regionali.
L’accesso agli incentivi diventa più selettivo: elementi premianti saranno il rating di legalità, le certificazioni sulla parità di genere, le politiche che agevolano lavoro giovanile e femminile, le misure di welfare aziendale e l’assunzione di persone con disabilità. Parallelamente, comporteranno esclusioni automatiche la mancata regolarità contributiva (con Durc acquisito d’ufficio), l’assenza di una polizza catastrofale e i casi di delocalizzazione.
Il nuovo Codice comprende un’ampia gamma di interventi: finanziamenti agevolati, strumenti rimborsabili, misure fiscali e contributive (escluse quelle automatiche), e altri strumenti coerenti con la normativa nazionale ed europea. Ogni incentivo sarà oggetto di valutazione secondo il principio del “ciclo di vita”, che prevede monitoraggi ex ante, in itinere ed ex post per valutare risultati e impatti economici e sociali.
Particolarmente rigida la norma sulla delocalizzazione: chi sposta attività entro cinque anni dall’investimento agevolato (dieci per le grandi imprese) dovrà restituire i contributi con maggiorazioni e non potrà accedere ad altri aiuti per un periodo equivalente


