4581 Come devono essere conteggiati i giorni nei termini di scadenza (IA Gemini)

Il calcolo dei termini nelle scadenze amministrative è un'operazione delicata, poiché un errore anche di un solo giorno può comportare la decadenza da un diritto o l'irricevibilità di una domanda.

In Italia, la regola generale per il calcolo dei termini è il computo civile (calendario comune), basato principalmente sulle norme del Codice Civile e del Codice di Procedura Civile, applicabili per analogia anche al procedimento amministrativo.

Ecco una guida strutturata su come conteggiare i giorni e i relativi riferimenti normativi.


1. I Riferimenti Normativi Fondamentali

Le regole "madre" che disciplinano il calcolo del tempo in ambito giuridico e amministrativo sono:

  • Art. 2963 del Codice Civile: Stabilisce i criteri generali per il computo dei termini di prescrizione e, per estensione, dei termini sostanziali.

    I termini di prescrizione contemplati dal presente codice e dalle altre leggi si computano secondo il calendario comune [155, comma 2 c.p.c.].
    Non si computa il giorno nel corso del quale cade il momento iniziale del termine e la prescrizione si verifica con lo spirare dell'ultimo istante del giorno finale.
    Se il termine scade in giorno festivo, è prorogato di diritto al giorno seguente non festivo.
    La prescrizione a mesi si verifica nel mese di scadenza e nel giorno di questo corrispondente al giorno del mese iniziale.
    Se nel mese di scadenza manca tale giorno, il termine si compie con l'ultimo giorno dello stesso mese(1)
  • Art. 155 del Codice di Procedura Civile: Detta le regole per i termini processuali, ma viene utilizzato come standard anche per la maggior parte delle scadenze amministrative (es. ricorsi, partecipazione a concorsi).

  • Legge 241/1990: È la legge sul procedimento amministrativo; pur rimandando spesso ai principi generali, stabilisce la natura dei termini (es. conclusione del procedimento).


2. Le 3 Regole d'Oro del Conteggio

Quando devi calcolare una scadenza (es. "30 giorni dalla notifica"), devi applicare queste tre regole essenziali:

A. Esclusione del giorno iniziale (Dies a quo)

Il giorno in cui avviene l'evento che fa scattare il termine (es. il giorno in cui ricevi una multa o una lettera) non si conta.

Esempio: Se ricevi un atto il 1° marzo e hai 10 giorni di tempo, il conteggio parte dal 2 marzo.

B. Inclusione del giorno finale (Dies ad quem)

Il giorno di scadenza si conta. Il termine scade all'ultimo istante di quel giorno (generalmente le 23:59 per gli invii telematici, o l'orario di chiusura dell'ufficio per depositi fisici).

C. La Proroga dei Festivi

Se il giorno di scadenza cade in un giorno festivo (domenica o festività nazionale), la scadenza è prorogata di diritto al primo giorno seguente non festivo.

3. Giorni "Naturali e Consecutivi" vs "Lavorativi"

È fondamentale leggere attentamente il testo della scadenza.

  • Regola Generale (Giorni Naturali e Consecutivi): Se la norma non specifica nulla, i giorni si contano tutti consecutivamente dal calendario, compresi i sabati, le domeniche e i giorni festivi intermedi. Non si saltano i giorni non lavorativi (a meno che non siano il giorno della scadenza finale, vedi punto C).

  • Eccezione (Giorni Lavorativi): Solo se la norma specifica esplicitamente "giorni lavorativi", allora si escludono dal conteggio i sabati, le domeniche e i festivi. Questo è raro nelle scadenze legali/processuali, ma più comune in termini interni agli uffici.

4. Il Caso del Sabato

Il sabato è spesso fonte di confusione. Bisogna distinguere due casi:

  1. Atti processuali (Ricorsi al TAR/Giudice di Pace): Per la giurisprudenza prevalente e l'art. 155 c.p.c., il sabato è equiparato a un giorno festivo. Se la scadenza cade di sabato, slitta al lunedì.

  2. Atti amministrativi sostanziali (Pagamenti, Iscrizioni, Bandi): Generalmente il sabato è considerato un giorno lavorativo (a meno che l'ufficio destinatario non sia chiuso e non sia possibile l'invio telematico). Tuttavia, per prudenza, si consiglia sempre di considerare il sabato come giorno lavorativo e non fare affidamento sulla proroga, salvo specifica indicazione nel bando o nella legge.


5. Tipologie di Termine

Capire la natura del termine è vitale quanto il conteggio stesso:

Tipologia Descrizione Conseguenze
Termine Perentorio È una scadenza rigida e inderogabile. Se non rispetti la scadenza, perdi il diritto (decadenza). Non sono ammesse scuse salvo casi di forza maggiore.
Termine Ordinatorio È una scadenza "consigliata" per velocizzare l'iter. Se scade, l'atto può essere ancora compiuto validamente, anche se potrebbero esserci lievi sanzioni disciplinari per l'ufficio.

Nota Bene: Nelle scadenze amministrative rivolte al cittadino (ricorsi, pagamenti), i termini sono quasi sempre perentori.


6. I Termini "A Ritroso" (Attenzione!)

A volte la legge dice: "entro 10 giorni prima dell'udienza/evento". In questo caso il calcolo si fa all'indietro:

  1. Il dies a quo è il giorno dell'evento (es. l'udienza) e non si conta.

  2. Si conta indietro nel calendario.

  3. Se il giorno finale cade di festa, il termine scivola al giorno precedente (non al successivo), per garantire che il periodo di anticipo sia rispettato pienamente.

Riepilogo in Sintesi

Se hai un termine di 30 giorni notificato il 3 Aprile:

  1. Il 3 Aprile non si conta.

  2. Inizi a contare "1" dal 4 Aprile.

  3. Conti sabati e domeniche intermedi.

  4. Arrivi al 3 Maggio (30° giorno).

  5. Se il 3 Maggio è domenica, la scadenza è lunedì 4 Maggio.

Vuoi che provi a calcolare una data di scadenza specifica per te? Scrivimi pure la data di partenza e la durata del termine.

 

 

 
 
 

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