Reti d'impresa al doppio test di fine anno

Paolo Meneghetti Cronologia articolo19 dicembre 2011

A CURA DI
Paolo Meneghetti
Alessandro Sacrestano
Doppio impegno di fine anno per le imprese che aderiscono a una rete. In primo luogo bisogna individuare quale quota di utili va accantonata al fondo comune e costituisce nei singoli bilanci delle imprese aderenti una riserva in sospensione d'imposta che beneficia della detassazione. La destinazione ufficiale si avrà solo con l'approvazione del bilancio 2011, ma già ora è opportuno iniziare a valutare quale quota accantonare anche in previsione del risultato di esercizio. In secondo luogo va effettuato il programma di investimenti, condizione necessaria per ottenere e confermare l'agevolazione fiscale. Anche se il termine massimo è il 2012, l'esecuzione entro fine anno degli investimenti riferiti agli utili accantonati nel 2010 consentirà sia la detassazione degli utili che la deducibilità dei beni o dei servizi acquisiti.


L'accantonamento

Nonostante la norma istitutiva del contratto di rete (Dl 5/2009 poi modificata dal Dl 78/2010) non abbia individuato l'obbligo di costituire il fondo comune della rete, la sua genesi è ritenuta condizione necessaria per ottenere l'agevolazione fiscale. È la tesi sostenuta dalla circolare 15/E/2011, paragrafo 1, così tale accantonamento diventa un elemento essenziale per ogni impresa aderente che intenda ottenere i benefici fiscali. La destinazione della quota di utile sarà stata prevista dal contratto di rete. Non potendo, però, prevedere alla data di stipula del contratto quale sarà l'andamento economico delle imprese aderenti per il triennio 2010/2012, sarà stata concessa una certa elasticità nel determinare la quota da accantonare negli esercizi successivi al 2010. L'accantonamento al fondo comune costituisce un'autonoma operazione di ogni impresa aderente, poiché il contratto di rete non configura un nuovo e separato soggetto giuridico - come ha rilevato lo studio 1/2011 del Consiglio nazionale del Notariato - quindi ogni aderente presenterà nel proprio patrimonio netto una riserva appositamente denominata non aggredibile da suoi creditori. Le modalità di esternazione dell'accantonamento saranno diverse a seconda della tipologia giuridica del soggetto aderente per cui si avranno specifiche annotazioni in nota integrativa per le società di capitali o un semplice prospetto integrativo del conto economico per le imprese individuali e le società di persone in regime di contabilità semplificata. In ogni caso l'accantonamento non potrà superare un milione di euro per esercizio, ovvero la potrà superare ma alla cifra appena ricordata si attesta il tetto massimo dell'agevolazione fiscale. Con l'individuazione della quota di utili l'impresa può iniziare a stimare il vantaggio fiscale, ma l'entità definitiva viene stabilita ogni anno con un provvedimento del l'agenzia delle Entrate.