ZES Marche e Umbria: il punto della situazione
Il Disegno di Legge “Disposizioni per il rilancio dell’economia nei territori delle regioni Marche e Umbria” è stato presentato dal Governo il 4 agosto.
Successivamente:
- il 15 ottobre è stato approvato in Commissione al Senato,
- l’11 novembre è stato approvato in Commissione alla Camera.
Ora si attende l’approvazione definitiva da parte del Parlamento, la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e, come previsto dal testo, l’entrata in vigore il giorno successivo alla pubblicazione.
Le risorse e le regole per il 2025
Per il 2025 sono stati stanziati 110 milioni di euro.
Saranno agevolati i programmi d’investimento superiori a 200 mila euro, effettuati dal 1° gennaio al 15 novembre 2025.
Per “effettuazione” si fa riferimento al principio di competenza, quindi alla consegna del bene e all’eventuale collaudo.
È previsto il riparto proporzionale, quindi — per fortuna — non ci sarà un click day.
Esempio:
- contributo teorico: 35%
- fondi disponibili: 110 milioni
- richieste complessive: 220 milioni
→ il contributo effettivo verrebbe ridotto al 17,5%.
Criticità attuali
Restano però aperti alcuni nodi importanti:
- Termine per la presentazione delle domande: sulla stampa e presso alcune associazioni di categoria circola la data del 2 dicembre, che corrisponde all’attuale scadenza prevista per la rendicontazione dei progetti della ZES esistente.
- Modulistica indisponibile: ad oggi è disponibile solo quella della ZES che non comprende Marche e Umbria.
Vedremo cosa emergerà sabato mattina al convegno organizzato dall’Ordine dei Dottori Commercialisti al Teatro Lauro Rossi, dove interverranno il Vice Ministro Leo, il Presidente della Regione Marche e il Direttore dell’Agenzia delle Entrate Vincenzo Carbone, e dove verrà illustrata anche la misura ZES.
La questione dei 60 giorni dello Statuto del Contribuente
Resta poi la preoccupazione — purtroppo ricorrente — che venga nuovamente ignorato l’articolo 3 dello Statuto del Contribuente, che prevede almeno 60 giorni tra l’entrata in vigore di una nuova norma tributaria e la sua applicazione.
Se si trasformerà tutto in una corsa contro il tempo, a rimanere con il “cerino in mano”, come spesso accade, saremo noi consulenti.
Ed è bene ricordare che non si tratta semplicemente di elencare delle fatture: occorre predisporre un vero e proprio programma d’investimento, finalizzato all’ampliamento della capacità produttiva.
Alcuni documenti di prassi stabiliscono che non sono ammesse le mere sostituzioni, ma nessuno finora ha fornito esempi numerici chiari che facilitino l’interpretazione.
E poi, tra qualche anno, quando arriveranno i controlli, l’Agenzia delle Entrate sfrutterà inevitabilmente l’incertezza normativa per procedere — spesso con mano pesante — alle revoche del credito d’imposta.