Sintesi
Nel confronto sulla prossima legge di bilancio 2026, il Governo valuta di abbandonare il credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali e di ripristinare il sistema di iper e superammortamento, già utilizzato nella prima fase del piano Industria 4.0.
L’obiettivo è ridurre l’impatto sui conti pubblici, poiché le maxi-deduzioni fiscali risultano più gestibili rispetto al meccanismo del credito d’imposta, che incide sull’indebitamento netto pluriennale dello Stato.
Il nuovo schema potrebbe inoltre eliminare i vincoli ambientali del piano Transizione 5.0, inclusi i requisiti europei del principio DNSH (“do no significant harm”) e gli obblighi di efficienza energetica.
In tal caso, l’incentivo tornerebbe a essere un classico beneficio 4.0, centrato esclusivamente su digitalizzazione e innovazione tecnologica.
La definizione del piano resta però aperta:
- servirebbero circa 5 miliardi di euro per garantire un intervento solido e pluriennale;
- il Ministero delle Imprese e del Made in Italy attende conferma delle coperture dal MEF, anche attraverso un possibile contributo del settore bancario;
- le risorse residue del PNRR Transizione 5.0 (circa 3,2 miliardi) potrebbero essere riallocate per sostenere la nuova misura.
Il ministro Adolfo Urso ha ribadito che la manovra punterà a favorire gli investimenti in innovazione digitale, intelligenza artificiale ed energia, mantenendo un equilibrio con i vincoli di bilancio.
È inoltre previsto l’aggiornamento dell’elenco dei beni agevolabili, fermo al 2016, con l’inclusione di nuovi strumenti per cybersecurity e intelligenza artificiale.
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