(97) Crisi imprese, il Veneto pensa al Fondo anti-suicidi (Il resto del Carlino - 12/3/2012)

Fonte:http://qn.quotidiano.net

Crisi imprese, il Veneto pensa al Fondo anti-suicidi

Proposta della Cgia perché la lista dei lutti non si allunghi

"A fronte della drammatica situazione che stanno vivendo moltissimi piccoli imprenditori a corto di liquidità – spiega il segretario Giuseppe Bortolussi - serve un'iniziativa solidale e concreta". Sul genere del fondo anti-racket e anti-usura

 

Venezia, 12 marzo 2012 - Suicidarsi perché l'azienda è in rosso. O perché i crediti non sono esigibili. O perché non si ha la forza di licenziare. Quante volte è successo nel Nordest da quando la crisi ha cominciato a mordere. Denunce. Denunce. Ancora denunce. Ma nessuna azione concreta. Fino ad oggi.


BASTA COPIARE - “A fronte della drammatica situazione che stanno vivendo moltissimi piccoli imprenditori a corto di liquidità – esordisce Giuseppe Bortolussi segretario della Confartigianato di Mestre - la nostra proposta è istituire un fondo di solidarietà per mancanza di credito gestito in stretta collaborazione con i Consorzi Fidi. Uno strumento che possa essere utilizzato da chi, dopo aver subito un rifiuto dalla banca, non sa più a chi rivolgersi. Le modalità potrebbero essere simili al fondo di solidarietà già esistente per chi è vittima dell’usura e del racket”.

PARTIRE SUBITO - La Cgia di Mestre - il cui celebre ufficio studi continua a sfornare previsioni e analisi - ufficializza così una proposta semplice semplice. E quindi complessa, perché spazza via ipocrisie e omissioni: "Con un plafond iniziale di qualche decina di milioni di euro - recita la nota della Cgia - questo fondo di solidarietà per mancanza di liquidità potrebbe essere utilizzato da quegli artigiani o da quei piccoli imprenditori che in questa situazione di forte contrazione dei flussi creditizi non sanno più dove 'sbattere' la testa, magari per aver subìto un rifiuto di qualche migliaia di euro".

INTERVENTO STRAORDINARIO - "Da anni, ricorda la Cgia, le vittime dell’usura e del racket possono far uso fondo che può risarcire coloro che abbiano subito danni a causa di attività estorsive, per aver deciso di collaborare con le istituzioni per combattere il racket o di smettere di pagare il “pizzo”. Un esempio da seguire. “In tempi celerissimi - auspica Bortolussi - bisogna dar luogo ad un intervento straordinario per ammortizzare questa situazione che rischia di diventare esplosiva. Lo strumento è solo abbozzato e merita ancora dei forti approfondimenti, ma va messo in campo il prima possibile”.